COME PROTEGGERE I PANTALONI DEL CICLISTA URBANO

E' un problema vecchio come la bici e le soluzioni che ha disposizione il Ciclista sono le stesse di 100 anni fa. I pantaloni, a seconda del grado di protezione che siamo disposti a conferirgli, sono soggetti a tre tipi di deterioramento:
  • A contatto con il pedaliere/catena si possono imbrattare di olio

 

  • Mentre il Ciclista pedala, il pantalone svolazza, se lasciato libero si può impigliare nei meccanismi del pedaliere e produrre la lacerazione del tessuto della parte terminale dei pantaloni.

 

  • Il ripetuto sfregamento del pantalone sul carter, ove presente, produce nel tempo il deterioramento superficiale del tessuto. (Diventa prima lucido, poi si deteriora)

 

Di seguito ci sono le soluzioni al problema.

 

Prima parte: le protezioni sulla bicicletta

A lato si vede un pedaliere senza nessuna protezione.

Se non si proteggono i pantaloni in uno dei modi indicati nella seconda parte di questa tabella il Ciclista vede sporcarsi i suoi pantaloni e ogni tanto rompe la parte terminale degli stessi perché si impigliano nei denti della corona o nel deragliatore.

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A lato sono mostrate due tipi di protezioni parziali della catena e del pedaliere ma ci sono altri modelli che però non cambiano la qualità della protezione.

Gli imbrattamenti di olio diminuiscono rispetto al pedaliere non protetto come da foto sopra poiché é ridotto il contatto con le parti in movimento ma per il modello con cambio sussiste sempre il rischio rottura pantaloni per impigliamento nel deragliatore.

Inoltre, i pantaloni se lasciati liberi, si usurano per sfregamento contro la protezione del pedaliere.

A lato si vede un carter completo, che potrebbe essere definito protezione totale che impedisce il contatto dei pantaloni con gli organi in movimento.

L'imbrattamento di olio é ridotto a zero ma sussistono due problemi.

Uno é dato dall'usura per sfregamento del pantalone che striscia sul carter e l'altro e dato dal fatto che di tanto in tanto il pantalone viene 'agganciato' dalla vite che fissa la pedivella e il pantalone si strappa. ( Nelle bici più recenti tale vite non é presente e quindi questo problema non si pone).

Quanto visto sopra dimostra che la protezione dei pantaloni che fa riferimento solo alle protezioni presenti sulla bicicletta non é risolutiva e deve essere integrata con le protezioni da applicare direttamente sui pantaloni come di seguito spiegato.

 

Seconda parte: le protezioni sul pantalone

A lato c'e uno vecchio ferma pantaloni mostrato al solo fine di far vedere che poco é cambiato rispetto ad un secolo fa sulle modalità di protezione dei pantaloni.

Tale strumento si applicava nella parte terminale esterna dei pantaloni al fine di impedire che essi si avvicinino al carter o alla catena come mostrato nella foto sotto ove al posto dell'oggetto mostrato, oggi introvabile, viene usata una comune molletta da bucato.

La foto mostra il Ciclista che pedala con i pantaloni bloccati nella parte terminale con una comune molletta da bucato per ogni gamba nella prima foto e nella seconda c'e una molletta più carina per donna.

Lo scopo é quello di mantenere lontano dalla catena i pantaloni e funziona abbastanza bene nel senso che sono azzerati i rischi di impigliamento dei pantaloni nel deragliatore del cambio sia nella vite della pedivella ove presente.

Anche l'usura per sfregamento é azzerata ma se usati con bici senza nessuna protezione non é da escludersi qualche contatto accidentale con la catena e conseguente imbrattamento dei pantaloni.

Le mollette se usate con carter totale visto sopra possono dare la completa protezione contro i citati tre rischi in quanto la molletta impedisce sia lo sfregamento contro il carter che l'impigliamento con eventuali viti sulle pedivelle e il contatto con l'olio della catena é azzerato come già detto per effetto del carter completo.

A lata é mostrato un ferma pantaloni disponibile in commercio che dovrebbe rappresentare l'evoluzione delle mollette da bucato, costa pochi euro e sembra vada bene.

 

Questo é un ferma pantaloni Fai-da-te che chiunque può realizzare utilizzando un foglio di carta rifrangente da cui si ritagliano due strisce larghe circa 3 cm e lunghe quanto basta per fasciare la gamba in prossimità del piede.

Agli estremi si incolla del velcro come da foto e il fascia pantaloni é fatto.

Tale soluzione ha il vantaggio su quella commerciale vista sopra consistente nel fatto che la fasciatura del pantalone é garantita per qualsiasi dimensione della gamba e non ci sono rischi di allentamento nel tempo.

Questa soluzione può essere adottata anche come ferma polsi fluorescente indispensabile per chi vuole pedalare in sicurezza al buio, in modo particolare quando attraversa le insidiose rotatorie.

 

Per ultimo viene descritto quello che potrebbe essere il miglior metodo di protezione che consiste nell'avvolgere il pantaloni sino a portarlo fuori dalla zona del pedaliere come mostrato nelle due foto a lato.

Con questo metodo sono azzerati i tre modi sopradescritti di deterioramento dei pantaloni:

Imbrattamento, lacerazione e sfregamento.

La rotazione della gamba avviene senza nessuna possibilità di contatto tra i pantaloni e gli organi della bici e anche se per cause accidentali avvenisse un contatto tra i pantaloni avvolti e il pedaliere non ci sarebbe nessun effetto visibile.

Non c'e sfregamento con nulla quindi i pantaloni non si slisano, le calze, attillate, non hanno nessun contatto con gli organi in movimento.

Pedalare con i pantaloni avvolti rende superfluo il carter parziale o totale.

L'unico svantaggio, ma riguarda solo coloro che devono giungere a destinazione con i pantaloni perfettamente stirati, é dato dal fatto che avvolgendoli, certi tessuti potrebbero non mantenere la piega dopo che giunti a destinazione vengono svolti.